Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

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giovedì 22 ottobre 2015

Disorientamento

"Non studio non lavoro non guardo la tv non vado al cinema non faccio sport ..."

Così cantavano i CCCP in "Io sto bene" ma forse il vero fulcro della canzone e di questo pensiero era "io non so cosa fare".

Eh già, io non so cosa fare potrebbe essere il motto di buona parte delle generazioni contemporanee, come dire sopravvivo a questo stato di cose quando ho le idee chiare, quando riesco a vedere la mia volontà spiegarsi in un progetto.

Mi viene allora in mente un altro brano, ancor più recente, de Le luci della centrale elettrica: "E' solo un momento di crisi di passaggio, che io e il mondo stiamo attraversando 
E' solo un momento di crisi di passaggio che io e il mondo stiamo superando."

Si sente spesso dire che i giovani di oggi siano in balia di questo tempo storico ed economico che segna i ritmi della precarietà.
Ma quanto sia corretto definire questi naviganti giovani?
Che lo siano o meno, che ci si senta tali o meno, il vero cruccio è:
è solo il tempo a darmi questa instabilità o forse abbiamo smesso di chiederci cosa vogliamo, smettendo di sognare?

In Kung fu Panda la tartaruga saggia convince il suo discepolo, spingendolo a credere, credere di potercela fare, credere nelle possibilità, credere di essere ciò che si vuole al di là di ogni previsione o casistica. 
Così il grassoccio Panda diventa il guerriero dragone, che contro ogni pregiudizio e pronostico libera la Valle della pace dalla minaccia del cattivo di turno.  

Quale pronostico stai decidendo di superare e ignorare?
Qualunque sia il tuo punto di partenza, concentrati sull'arrivo e credici!