Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

Vuoi iniziare un percorso di miglioramento?

I contatti per prenotare o chiedere informazioni sono 377.53.63.173 o effettocoaching@gmail.com
La prima sessione è GRATUITA.

giovedì 5 marzo 2015

Poetessa romantica e sensibile cerca amorevole auditivo.

Quante volte abbiamo riso riflettendo sulle conseguenze di tutte le storie che ci hanno raccontato da bambine?

Mi riferisco a quelle storie romantiche, quasi da carie ai denti, che parlavano di principesse e principi, di amore e streghe cattive, annientate dall'unione tra gli amanti che si godevano il lieto fine.

La solita domanda, quasi retorica è: quante aspettative hanno creato,  di cui neanche siamo consapevoli?

Diciamo la verità, spesso le donne vivono quella strana sensazione di insoddisfazione, quella continua ricerca dell'uomo perfetto che tarda ad arrivare, come se nel suo tragitto verso la torre prigione vi siano molti più ostacoli e peripezie di quelle previste sul copione.

Tranquille, lui non è in pericolo, si è solo fermato a prendere una birra per ognuna delle osterie incontrate nel cammino.



Ok, lascio perdere le battute.

Certamente le aspettative, in ogni ambito, possono creare delle vere delusioni, se disattese.
Ciò nonostante, io credo che il punto sia un altro.

Ognuno di noi ha un suo modo di percepire la realtà circostante, ognuno di noi predilige un canale sensoriale per esperire gli stimoli che gli si presentano.

Per questo, nelle relazioni con gli altri e, con il nostro partner in particolare, si osservano maggiormente certi comportamenti, rispetto ad altri.

Faccio un esempio per semplificare:
la persona con cui sto, mi ripete in continuazione di amarmi, mi dice spesso parole d'amore e, verbalmente, dimostra senza reticenze il suo affetto per me.
Ciò nonostante, io vivo l'insoddisfazione, sento di non essere amata e continuo a ripetermi e ripetere "non mi fa mai regali, non mi abbracci mai, sono sempre io a chiederti baci ...".

Chi ha ragione dei due?

Nessuno, semplicemente ognuno di noi ha il suo canale preferenziale, l'uomo dell'esempio predilige il linguaggio verbale per esprimere i suoi sentimenti e questo sarebbe più efficace se avesse un partner auditivo, vale a dire che preferisce il canale dell'ascolto tramite l'orecchio, come dire un partner più sensibile alle parole che ai gesti.
Infatti, rimanendo nell'esempio, la donna ha proprio un'attenzione spontanea e maggiore sui gesti e tralascia ciò che invece percepisce attraverso l'udito.

Per questo nessuno ha torto e nessuno ha ragione.
Semplicemente, la coppia in questione viaggia su due onde diverse, non è quindi in discussione l'amore e tanto meno la dimostrazione dello stesso, piuttosto è la scelta comunicativa che rende insoddifacente il rapporto.

In altre parole, se entrambi avessero lo stesso canale preferenziale, non subirebbero certamente l'insoddisfazione o la convinzione di non essere compresi e gratificati dal rapporto con l'altro.

Allora si potrebbe pensare che, in virtù di questo, il partner vada scelto accertandosi che il suo canale preferenziale sia compatibile con il mio, prima di iniziare qualsiasi rapporto.

Tipo: poetessa romantica e sensibile cerca amorevole auditivo. Oppure: cenestesico passionale cerca cenestesica dolce e amorevole....

Insomma annunci ad hoc che facilitino le comprensioni e le comunicazioni future all'interno della coppia.

Ma anche che noia, non credo proprio possa essere questa la strada migliore, piuttosto credo che la comprensione e l'accettazione del canale preferenziale altrui possano essere un buon punto di partenza, per evitare incomprensioni, delusioni e aspettative disattese.

Ho scritto questo post, perchè spesso incontro coppie che, nonostante il profondo amore reciproco, vivono problemi di incomprensione nella quotidianità, che a lungo andare minano il rapporto stesso.

Auditivi, cenestesici e visivi all'ascolto, questo post è dedicato a voi, quindi a tutti.

Scoprire il canale preferenziale del vostro partner può essere una cosa molto utile per viaggiare a gonfie vele verso la vostra serenità sentimentale, ciò nonostante spesso non siamo neanche consapevoli del nostro canale, scoprirsi è facile ma a volte può essere utile l'intervento di un esperto che faciliti la comunicazione tra le parti.

Buon viaggio a tutti.

lunedì 2 marzo 2015

Indietro o avanti?

Tra le frasi che certamente ognuno di noi ha pronunciato, almeno una volta nella vita, c'è "se potessi tornare indietro".
Il seguito della frase può riguardare le più disparate soluzioni, scrivo soluzioni, in realtà l'impossibilità di tornare indietro ci dice che tali non possono essere.
Sarebbe più opportuno chiamarle occasioni mancate, o forse possibilità non considerate.

Il tempo, che strana dimensione, da secoli l'uomo ha cercato di misurarlo e tenerlo sotto controllo per orientarsi, da altrettanti anni si è fantasticato sulla possibilità di potercisi spostare a proprio piacimento, avanti e indietro, per poter modificare cose già accadute o per vedere quelle non ancora successe.

Come non ricordare la fantastica DeLorean di Ritorno al futuro?
Macchine del tempo e strumenti tecnologici non ancora in uso, ci hanno fatto fantasticare e continuano a farlo.
Così, se da un lato può essere interessante sognare di soluzioni utili a questo viaggio, dall'altro viviamo l'impossibilità di modificare ciò che non ci è piaciuto, ciò che abbiamo vissuto.




Allora credo sia importante ripensare quella famigerata frase e modificarla con un "se potessi andare avanti".
Avanti perchè mi serve spostarmi dal passato per raggiungere il presente.
Sì, perchè trovo inutile sforzarsi nel ripensamento di ciò che è stato, trovo inutile trovarsi a combattere qualcosa che non è qui ed ora.

Bisognerebbe guardare ciò che abbiamo di fronte, ciò che possiamo scegliere oggi.
Il rischio più grande è quello di collezionare altri momenti per i quali dire "se potessi tornare indietro", proprio perchè la distrazione del passato ci chiude gli occhi, nascondendo il presente.

Ognuno di noi sceglie per ciò che ritiene siano le possibilità a sua dispozione in quel dato momento, scelgo una cosa piuttosto che un'altra perchè ho la convinzione che sia la cosa migliore o l'unica possibile.
Quindi, perchè dannarsi nel modificare qualcosa che non c'è più, invece di concentrarsi su ciò che ho adesso, in questo preciso momento?

Guardo le possibilità che ho e scelgo per ciò che vedo.
Allora scelgo di andare avanti.

Ma cosa succede se ciò che vedo è nulla, nessuna possibilità o solo una?
La mia risposta è sintetizzabile in una parola: affrontare.

Questo post è dedicato a tutti, e soprattutto a chi rimane legato a qualcosa che non c'è più, suo malgrado, rinunciando alle mille possibilità che il presente gli sta donando.