Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

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domenica 7 aprile 2013

Ancora sull'etichette

Entrare in un asilo nido e sentire, in meno di un'ora, etichette volare per poggiarsi sui visini dolci e buffi di quei bambini.
"Sei pagliaccia!".
"Sei la peste dell'asilo!".
Insomma ad ognuno il suo, e così sempre in meno di un'ora ognuno di loro si è sentito chiamare con una definizione di ciò che sembrano essere, come fosse una sentenza sul futuro.
Dicono serva per distinguerli, come se il nome riportato all'anagrafe non bastasse, del resto Carla non è come Alessandro e quindi perchè affibbiare aggettivi e nomignoli che convincano quei cuccioli di essere in un certo modo?
 Eh già, dico "essere", perchè quel modo di nominarli certamente ripetuto tante volte, in una sola giornata e tutti i giorni, da qualche parte creerà una convinzione, allora se il nomignolo che ti hanno donato è "bello" o "bella" o "dolce" potrebbe anche aiutare, ma se  malauguratamente ciò che hanno visto di te, il primo giorno che ti hanno incontrato, è stato un atteggiamento o un comportamento negativo allora sei spacciato!

Convinzioni che nascono dal fatto di sentirsi ripetere ogni giorno di essere in un modo...che fortuna!
Quante possibilità avrò di sperimentare nuove cose, atteggiamenti o comportamenti se ciò che mi hanno ripetuto per anni, in momenti delicati della crescita, è stato che sono in un certo modo?
Come si può pensare che un bambino non si comporti da peste se ciò che gli hanno ripetuto per almeno tre anni della sua giovane vita è proprio "peste"?

Insomma, è ovvio che poi ognuno decide per se, ma pensate a quanto possa essere condizionante.

Il consiglio?
Smettiamo di usare il verbo essere, quando un bambino si comporta in un determinato modo non ha scritto per sempre il suo carattere.
Intendo dire che un comportamento rimane un comportamento, e non è necessariamente esaustivo del modo di essere di una persona.
Sarà molto più utile coi bambini utilizzare il verbo avere, "hai avuto un atteggiamento ..." piuttosto che "ti sei comportato come una peste", lasciando ad altri contesti e altre situazioni le etichette, qui non servono.

Se i bambini si sentono ripetere continuamente di essere in un certo modo, prima o poi la convinzione in loro crescerà e penseranno di essere in tal modo.
Aiutiamo il loro sviluppo, migliorando la nostra comunicazione, diamogli la possibilità di crescere sperimentando il loro essere, senza limitarlo con le etichette che, anche solo per gioco, ci divertiamo a mettere.





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