Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

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martedì 27 novembre 2012

Lontano lontano


Una visione "distaccata" può bastare per rendere le cose più sopportabili?
Quanto bisogna essere lontani, da una situazione, per non sentirne il peso della responsabilità?
E' solo dunque una questione di vicinanza, o semplicemente si può essere leggeri pur in contatto stretto con la realtà che abbiamo creato e che spesso ci risulta pesante?
Insomma, la consapevolezza delle proprie azioni, e la responsabilità sulle conseguenze, hanno meno peso se riesco a "distaccarmi" e sentirmi lontano da tutto?
Banalmente, andare a Bolzano può essere una soluzione possibile, quando la mia vita, di cui sento il peso della creazione, si svolge a Porto Palo?

Allora non si tratta di una fuga, quanto piuttosto di una vacanza.
La vacanza che ti pone in un distacco temporaneo e riparatore delle ferite della responsabilità.

Ritorna, ritorna con una nuova visione e liberati dalle catene che tu stesso hai legato, il distacco temporaneo, come l'epochè husserliana, ti ridona lucidità e leggerezza, per non ri-cadere nelle vecchie trappole.

Siamo un tutt'uno, corpo-mente, dunque, se la seconda è in tilt, e un viaggio può servirti a ritrovare te stesso, porta il tuo corpo lontano.
L'effetto durerà il tempo necessario, ma dovrai ritornare e risolvere ciò che hai creato pur senza soddisfazione.

Lontano per ritornare ad essere vicino a te stesso, mai una fuga, solo una sospensione necessaria alla soluzione.

Allora la mia risposta è che non bisogna essere lontani, semplicemente a volte può essere utile.

sabato 24 novembre 2012

Perchè questo blog?

Che domanda...
perchè bisogna essere tecnologizzati?
perchè se non sei on line sei fuori?
perchè ho tante cosa da dire?

o perchè semplicemente mi piace?

Nooooo, forse è per tutti questi motivi, forse per nessuno.

La notte porta con se pensieri e parole, quelle che in altre ore del giorno non faresti o diresti, e cose e azioni che dopo poche ore ti sembrano assurde, eppure quando le avevi pensate, solo poco prima, eri certo di aver avuto una delle idee più geniali della tua vita.

E dunque questo blog nasce in uno di quei momenti un pò così, che scorrono impetuosi nel sangue e alla fine devono liberarsi e uscire per trovare espressione, altrimenti ti ronzeranno nella testa per giorni e giorni.

Stavo riflettendo sul fatto che la mia professione, comune a tanti altri, spesso è indecifrabile e a volte più la si vuol definire verbalmente, più si rischia di fare un casotto.

E dunque, perchè non prendersi più tempo?
Perchè limitarsi ad un'unica risposta, quando invece si può scegliere di descrivere, spaziando un pò ovunque, attraverso mille sfaccettature, questa meravigliosa professione?

Inoltre, approfittare di uno spazio immenso come internet, in questi casi porta alla possibilità di confrontarsi anche a molti km di distanza, e non è dunque un aspetto trascurabile.

Insomma, questo blog nasce per dare uno spazio, a chi interessato, di confronto.
Nasce dall'esigenza di chiarire, in molteplici racconti e pensieri, cosa è il coaching, per non limitarsi ad una descrizione univoca o "chiusa" di questa professione.

Allora, in quest'ottica, aggiungerei un'altra tesserina al puzzle, dicendo che il coach aiuta la persona in questo percorso di ricerca, attraverso le proprie risorse, con l'obiettivo di ritrovare il benessere e la soddifazione, tipici di chi sta vivendo ciò che ha scelto.

Ed infine, questo blog nasce per poter aiutare chi legge, e chi scrive, a riflettere per scoprire vecchie mappe e nuovi territori, alla ricerca di una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo intorno a noi.



giovedì 22 novembre 2012

Il nostro "potere"


Il potere della nostra mente è indicibile, non si può semplicemente spiegare, è più un'esperienza da vivere.

 W.Disney diceva che se puoi sognarlo allora potrai anche realizzarlo.

Oggi riflettevo su quante volte utilizziamo questo "potere" con scopi benefici, non sto parlando di beneficenza e solidarietà verso gli altri.
Sto parlando di una "beneficenza" diversa...quella verso noi stessi.

Quante volte utilizziamo i nostri "poteri" per farci del bene?
Quante volte invece li usiamo a nostro stesso svantaggio?

Siamo spesso troppo concentrati nel pensare ciò che non vogliamo, che dimentichiamo ciò che invece desideriamo.

Cosa sto dicendo? Dove voglio arrivare?

Da nessuna parte, se non chiedervi di riflettere con me su questa strana abitudine, che un pò a turno esprimiamo, senza neanche tanta consapevolezza.

Mi capita di sentire spesso qualcuno affermare con decisione e forza cosa non vorrebbe che gli accadesse e allora mi dico, se utilizzassimo quella stessa forza e determinazione nell'esprimere ciò che vorremmo realizzare?
Certamente saremmo tutti più soddisfatti.

E allora un piccolo esercizio pratico:

Pensa, cosa vuoi realizzare nei prossimi 2 anni?
Mentre rispondi, elimina tutte le negazioni (no, non ...) che ti vengono in mente, concentrati su ciò che vuoi ...non lo sai ancora, ma ti stai già avvicinando al futuro che sogni!

Magia?
No, se non quella della tua mente.


venerdì 16 novembre 2012

Aiuto, aiuto, aiuto

La domanda di oggi è: "quanto siamo disposti a chiedere aiuto?"

Sembra che farlo sia disdicevole, ma per chi?

Spesso ci arrovelliamo il cervello e l'animo in cerca di possibili soluzioni, e molto spesso ne troviamo di interessanti, altre volte ancora siamo invece lì che continuiamo a girare intorno al problema.

Lodevole atteggiamento, quello di ricercare le soluzioni da se stessi, ma quale è il limite?
Quello che ci dice "ora basta!", "ora è il momento di rivolgermi a qualcuno che possa farmi vedere ciò che non sto vedendo?"

Non è detto che io abbia bisogno di un professionista, semplicemente un amico o qualcuno che possa dirmi ciò che io non mi sono detto ancora.

Un'esperienza vissuta spesso, è quella di sapere cosa devono fare gli altri e, molto spesso, quando noi ci troviamo in quella stessa situazione, non sappiamo dare quella stessa risposta pronta che abbiamo servito in precedenza al nostro amico.

Perchè succede questo?

Molto semplicemente siamo pronti quando la cosa non ci riguarda perchè il nostro sguardo sulla cosa è distaccato o semplicemente abbiamo una prospettiva che l'altro, invischiato come è, non ha.

Un esercizio molto utile, a tal proposito, è proprio quello di "sedersi sul divano" e come se stessimo guardando un film in tv, provare ad immaginare che siamo proprio noi i protagonisti della scena, quella scena a cui non abbiamo trovato ancora il bel finale.

E se neanche così riuscissimo a vedere la scena risolutiva del film?

Forse è il caso di iniziare a chiedere aiuto...del resto chi lo ha detto che non possa essere altrettanto divertente vedere il film in compagnia?!?


sabato 3 novembre 2012

Chi lascia la strada vecchia.....

..per quella nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova.

Che dire? Quanto una frase come questa può entrare nella nostra testa e condizionare il nostro modo di scegliere?
Eh già, che bello riflettere su certi detti e proverbi che per anni ed anni l'uomo ha proposto e riproposto a se stesso.

Spesso nelle mie lezioni sulla comunicazione interpersonale, ed ancor di più durante i percorsi formativi circa il raggiungimento degli obiettivi, affronto la questione "abitudini".
E qui, mentre esprimo il parere vedo galleggiare in aria, sulle teste di chi mi ascolta, punti interrogativi e punti esclamativi.
E allora la domanda che oggi diffondo nell'immenso internet è :
Quanto siamo abitudinari?
Quanto il piacere del navigare in terre conosciute, ci limita nello scoprire ciò che non conosciamo, spesso proprio di noi stessi?

Insomma, certamente ci sono le cosiddette "vecchie e sane abitudini", ma quanto spesso invece queste vecchie abitudini risultano essere anche malsane?

Credo che molto spesso siamo talmente abituati a qualcosa che non ci rendiamo nemmeno più conto che non è la cosa migliore per noi, ma continuiamo a fare o dire una cosa per il semplice fatto che siamo abituati a farla.

E se provassimo a cambiare quel detto in una prospettiva diversa?

proviamo:

"Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia e gode per quel che trova"

Divertente!
 oppure:

"Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia e poi migliora"

Wow, perchè non provate anche voi per conto vostro?

Insomma, siamo proprio certi che stiamo bene "dove" siamo?